Leggi l’articolo sui livelli baronali
Siamo contenti dell’attenzione rivolta al problema dei livelli, ma le notizie, se scevre da alcune licenze interpretative sarebbero ancor più utili al lettore.
Purtroppo si attesta dell’esistenza di un nobile Svizzero! Chiariamoci! L’ex possedimento della Reverenda Camera Apostolica denominato San Felice, a partire dalla cessione della famiglia Orsini, non è stato mai più un feudo, tantomeno i suoi acquirenti successivi: Ottavio Giachetti, Zefiro Rosellini, Adamo Argelli ed infine James Aguet: mai sono stati Baroni!
In particolare Luigi, quale figlio di James Aguet, nel libro sul Circeo – da lui pubblicato negli anni 50, spiega che la sua famiglia non è nobile, anzi, si contraddistingue per spirito democratico che, ormai, sembra perso.
Non si capisce come l’Amministrazione Comunale non modifichi i nominativi delle vie locali denominati via Barone Giachetti, etc…. Insomma nessun rispetto per l’Assemblea Costituente che abrogò i benefici dati ai nobili per diritto di nascita, ma ancor più il collegio dei nostri padri repubblicani eliminò ogni possibilità di auto nominarsi nobili. Corre il pensiero a un martire costituzionalista che perse la vita per difendere la nostra Repubblica, tale Aldo Moro. Che direbbe su questa problematica?
Forse è ora che il senso civico ed una vera e sana politica si risvegli dal suo letargo e, specialmente quella locale che in questa terra l’ha ormai abbandonata a non si sa più a chi!
Ci farebbe piacere sapere quali siano i contratti di livello firmati dagli analfabeti, perché sono anni che c’è chi li sta’ cercando senza trovarne neanche l’ombra!!! Diversamente il signor James Aguet per le case poste nella cerchia delle mura del vecchio centro storico, stipulò effettivamente dei contratti di Enfiteusi perpetua.
Ci piace ricordare che in caso di analfabetismo l’allora notaio aveva l’obbligo di nominare ben quattro testimoni. Pertanto le forme di raggiro sarebbero ben altre. Si legga un contratto di enfiteusi perpetua stilato con il James Aguet per rendersi conto di alcune imposizioni come, la più eclatante, ove l’enfiteuta, a seguito dell’assolvimento dei suoi compiti di migliorare l’abitazione concessa, sin da subito firma che in caso di restituzione del bene da lui restaurato non avrà diritto a nessun indennizzo per i miglioramenti. Che dritto l’Aguet! Ma come faceva ad invogliare i villici a pagare per un’enfiteusi per un canone raddoppiato rispetto a quello che pagavano per l’affitto!? Meno male che ad oggi esiste in diritto l’esclusione delle vessazioni imposte contro la norma!
Ma nella politica in che cosa speriamo!? Ci chiediamo che farà?
Ma se dai primi anni ’60 la Corte di Cassazione e Costituzionale ha demolito ogni agevolazione per il povero contadino che aveva avuto la sola colpa di aver costruito una casa per sé e la propria famiglia. Possiamo oggi coltivare una speranza? Il tempo ce lo dirà.
Quando la politica ha dato mai una veloce soluzione in materia? Quindi il cittadino del passato aveva forse alternativa? Aveva a disposizione una casa popolare? O magari l’ha rifiutata!?
Qual è stato il risultato sino ad oggi? Abbiamo in corso una proposta di riforma di legge non del tutto perfetta a cui chi poteva parteciparvi se ne è ben visto di collaborarvi e, parliamo di defilati appartenenti a correnti di centro, di destra e sinistra che, da più di trent’anni, si voltano dall’altra parte.
Forse si spera in una politica locale? Ma che può fare in diritto privato! Forse promettere pur sapendo di non poter mantenere e così avere qualche voto in più alle prossime elezioni!? Basta, diciamo ancora basta, ma quando l’aggiustiamo questa nostra Italia?
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